L’elettrificazione dei porti: una rivoluzione verde dal Nord Europa al Mediterraneo
Negli ultimi anni, l’elettrificazione dei porti si è affermata come una delle leve strategiche più importanti per la decarbonizzazione del trasporto marittimo. Con l’aumento delle normative europee in tema ambientale e la crescente attenzione alla sostenibilità, numerosi scali in Nord Europa e nel bacino del Mediterraneo stanno investendo nella realizzazione di infrastrutture “green”, capaci di fornire energia da terra (Onshore Power Supply - OPS) alle navi attraccate.
Il Nord Europa guida la transizione
Nei porti del Nord Europa, in particolare in quelli scandinavi e tedeschi, l’elettrificazione delle banchine è già in parte realtà e in parte oggetto di importanti sviluppi infrastrutturali. Scali come Amburgo, Stoccolma, Göteborg e Oslo si distinguono per aver già attivato o pianificato sistemi avanzati di fornitura di energia elettrica da fonti rinnovabili, consentendo alle navi di spegnere i motori a combustione durante la sosta e contribuire così alla riduzione delle emissioni di CO₂, ossidi di azoto e particolato.
In Norvegia, la combinazione tra elettrificazione portuale e traghetti completamente elettrici o ibridi ha trasformato la mobilità marittima locale, anticipando le direttive UE e stabilendo un benchmark per il resto del continente. Questi investimenti non sono solo ambientali ma anche economici, con effetti positivi sulla qualità dell’aria nei centri urbani costieri e sul turismo sostenibile.
Il Mediterraneo accelera
Anche i porti mediterranei stanno abbracciando la svolta green. Italia, Spagna e Francia sono coinvolte in progetti di elettrificazione grazie a fondi europei come il PNRR italiano e il programma CEF (Connecting Europe Facility).
In Italia, scali strategici come Genova, Livorno, Civitavecchia e Palermo hanno avviato lavori per dotarsi di banchine elettrificate. L’obiettivo è chiaro: ridurre l’impatto ambientale del traffico marittimo passeggeri, soprattutto nei mesi estivi quando il numero di navi e viaggi cresce sensibilmente.
Anche in Francia la transizione ecologica dei porti è in pieno sviluppo, con numerosi scali impegnati in progetti di elettrificazione delle banchine per ridurre le emissioni durante le soste in porto. Il programma nazionale "Escales zéro fumée" coinvolge città come Marsiglia, che sta concentrando gli investimenti su traghetti e navi da crociera, e Nizza, anch’essa attivamente coinvolta nel processo. A Toloneè in fase di realizzazione il più grande impianto di cold ironing del Paese, pensato per fornire energia elettrica di rete alle navi attraccate. Anche il porto di Sète ha avviato i lavori per elettrificare alcune banchine, così da permettere anche alle navi passeggeri di collegarsi alla rete elettrica e spegnere i motori durante la sosta.
Una sfida condivisa
L’elettrificazione delle banchine consentirà di abbattere fino al 40% delle emissioni portuali. In prospettiva, anche le isole minori potrebbero dotarsi di micro-reti alimentate da fonti rinnovabili per supportare il traffico locale di traghetti e aliscafi.
Nonostante i progressi, restano criticità da affrontare: l’elevato costo delle infrastrutture, la necessità di standard tecnici comuni e la cooperazione tra compagnie di navigazione, enti portuali e fornitori di energia.
Tuttavia, il cammino intrapreso è ormai irreversibile. L’elettrificazione dei porti rappresenta una svolta epocale per la mobilità marittima: una trasformazione che coniuga sostenibilità ambientale, efficienza
energetica e innovazione, e che porterà benefici tangibili anche per gli utenti dei traghetti, sempre più attenti all’impatto ecologico dei propri viaggi.